Riscaldamento domestico senza gas: perché le biomasse legnose sono decisive per il futuro dell’Italia

 Il riscaldamento domestico sta vivendo una trasformazione importante: sempre più famiglie cercano soluzioni compatibili con la sostenibilità ambientale, convenienti e indipendenti dal gas. In questo scenario le biomasse come la legna da ardere e il pellet stanno assumendo un ruolo centrale grazie alla loro disponibilità, al costo competitivo e alla natura ecologica.

Un recente documento strategico, "Riscaldare l'Italia senza fossili grazie alle biomasse legnose", realizzato da AIEL insieme a Veronafiere e Progetto Fuoco e presentato al Ministro Gilberto Pichetto Fratin, mette in luce un dato sorprendente: valorizzando al massimo la bioenergia, l'Italia potrebbe ridurre di oltre 9 miliardi di metri cubi l'anno le importazioni di gas metano.
Un taglio pari al 43% del gas utilizzato oggi per il riscaldamento domestico e al 15% delle importazioni complessive.

Le biomasse hanno un potenziale superiore agli obiettivi del PNIEC

Secondo le stime di AIEL, entro il 2030 la bioenergia potrebbe generare 16,5 Mtep di energia termica, con 10,7 Mtep provenienti dalle biomasse legnose. Si tratta di valori molto più alti rispetto ai 7,4 Mtep previsti dal PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima), attualmente in revisione a Bruxelles.

Questa energia deriverebbe da:

• gestione forestale sostenibile (3,5 Mtep), basata sul principio dell'uso a cascata del legno
• potature agricole e biomasse fuori foresta (5 Mtep), oggi ancora poco sfruttate ma molto diffuse in Italia

Come sottolinea Domenico Brugnoni, presidente AIEL, la filiera legno-energia è già pronta per sostenere la transizione energetica: è capillare, radicata nei territori e capace di generare valore economico e ambientale. Per renderne reale il potenziale servono però politiche chiare e incentivi moderni che spingano le famiglie a scegliere tecnologie efficienti per il riscaldamento domestico. 

La biomassa legnosa è la prima fonte di calore rinnovabile in Italia

Oggi le biomasse legnose rappresentano il 65,7% del calore rinnovabile nel settore residenziale.

Sono già la seconda fonte di riscaldamento domestico nel nostro Paese, segno di una risorsa non solo ecosostenibile, ma anche strategica per ridurre costi e dipendenza energetica dall'estero. 

Perché le biomasse legnose rafforzano la sicurezza energetica nazionale

Il settore residenziale consuma oltre il 65% dell'energia termica in Italia, e il gas naturale copre ancora il 58% di questa domanda. Per centrare gli obiettivi europei sulle energie rinnovabili, la quota di calore green dovrà passare dal 20% attuale al 35,9% entro il 2030.

In questo quadro le biomasse legnose avranno un ruolo decisivo: dovranno coprire oltre il 42% del fabbisogno di energia rinnovabile per il riscaldamento, affiancate da:

• pompe di calore (30%)
• biometano (18%)
• solare termico, idrogeno e geotermia

La conclusione è semplice: senza biomasse legnose sostenibili non è possibile decarbonizzare davvero il riscaldamento domestico. Serve rafforzare le filiere locali, valorizzare i boschi italiani e promuovere tecnologie moderne come stufe e caldaie ad alta efficienza. 

Un dato che parla da solo

Nel 2024 l'Italia ha importato 59,2 miliardi di m³ di gas metano, a fronte di un consumo totale di 61,9 miliardi. Sostituirne una parte significativa con biomasse legnose sostenibili significa:

• ridurre i costi
• diminuire le emissioni
• aumentare la sicurezza energetica nazionale

Una strategia che guarda al futuro ma che può iniziare subito, sfruttando risorse già disponibili nel nostro territorio. 

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